Torino e il Piemonte come esempio
La nostra regione ,al di là di tutto è una cartina tornasole della crisi industriale nazionale,
Torino è l'epicentro di qualsiasi innovazione ; ovvero si parte da qui .
E' vero esiste anche l'altra parte del paese che lavora, ma in modo minuto ,artigianale e
molto locale ; invece ciò che nasce a Torino ha sempre una prospettiva nazionale , siamo il
vero laboratorio da dove nascono proposte, indirizzi non immaginabili fino ad oggi . Ma
proprio per questo siamo anche coloro che più patiscono ogni cambiamento, in ogni settore
sia esso il mondo della scuola o dell'auto ; se si vuole capire la ricaduta sociale di una legge
o di un intervento di una multinazionale nella pianificazione dell'attività di un'azienda , basta
guardare cosa succede in Piemonte .
Il Piemonte è anche la Regione dove l'integrazione degli extracomunitari è avvenuta meglio,
Torino ad esempio è una città aperta che pur con difficoltà ha superato lo scoglio, a differenza
di molte altre città italiane . Oggi viviamo molto in difficoltà perchè non siamo supportati nel
momento del bisogno per superare oggettivi momenti di crisi totali,ovvero abbiamo delle crisi
familiari ,di lavoro, e di prospettiva per i giovani ; familiari in quanto molte decisioni governative
non hanno tenuto conto del danno economico e non , che avrebbe causato il decreto sulla scuola:
i ragazzi messi in mezzo alla strada mentre i genitori devono lavorare, e nel contempo non possono
economicamente pensare di pagare una persona che controlli suo figlio/i dopo il breve orario di
scuola . Certo si potrebbe iscriverli ad una scuola privata e/o paritaria , ma allora il servizio pubblico
dov'è? La qualità della scuola dov'è finita? Cosa impareranno i nostri ragazzi ?ecc.
Le grandi industrie se non vengono supportate, agiscono a mani libere creando danni sulle pianificazioni
delle attività portando le medesime all'estero, simulando ristrutturazioni e di volta in volta riducendo il
personale ; ed anche qui qualcosa non quadra.....tanti anni fa un compagno esattamente Guglielmo Cavalli
in un suo intervento alla riunione regionale FIOM spiegò come ogni lavoratore delle grandi industrie
rappresentasse per lo Stato una entrata sicura, disse "è come avere dei lingotti d'oro in cassaforte", ma se è
così , perchè nessuno cerca di limitare le uscite dei lavoratori dalle nostre aziende?
Adesso può sembrare tardi ma sicuramente , Torino ed il Piemonte possono fare molto per proporre interventi
che facciano ripartire in modo innovativo la macchina del lavoro .
Beppe